Habib Ben Hassen (31/12/1944 – 15/02/2019)

Con Habib Ben Hassen scompare un ricercatore, un collega, un amico con cui le équipes italiane in Tunisia e in particolare quella dell’Università degli studi di Cagliari hanno condiviso in tanti anni momenti importanti nella ricerca e indimenticabili nell’amicizia.
Di lui vogliamo ricordare dal punto di vista professionale la grande curiosità intellettuale, l’abnegazione per il suo lavoro e il suo alto senso del dovere che ne hanno fatto un eccellente funzionario, esempio per i più giovani.
Dal punto di vista personale il ricordo si fa più doloroso ed è difficile, in questo momento così duro, riuscire a esprimere compiutamente il nostro sgomento e il profondo dolore per la sua perdita. Ci stringiamo intorno a tutti coloro che gli hanno voluto bene, in primo luogo la signora Hana, Medhi e Rim che Habib ha amato profondamente.
Il professor Ben Hassen si è dimostrato negli anni un grande amico dell’Italia, della Sardegna e in particolare dell’Università degli Studi di Cagliari con cui ha collaborato ininterrottamente per circa 20 anni realizzando progetti, creando opportunità per i più giovani e facendo in modo che tutti noi ci trovassimo sempre ben accolti e a nostro agio in Tunisia.
Al suo affetto a volte un po’ ruvido e alla squisita accoglienza sua personale e della sua famiglia dobbiamo il fatto di avere sempre trovato a Tunisi, a Gammarth e a Oudhna un sentore di casa e il fatto di non esserci mai sentiti soli, ma circondati da amici sempre pronti a darci il loro aiuto e su cui poter contare in qualsiasi momento.
Il ricordo dell’affetto del prof. Ben Hassen per la Sardegna è per noi motivo di orgoglio e nello stesso tempo di rimpianto, nel prendere coscienza che Habib non potrà più venire qui ancora una volta da noi a trovarci in quella Sardegna e in quella Cagliari che amava tanto.
Grazie Habib, di tutto.

Antonio M. Corda

Pubblicato da Amvppc. Agence de mise en valeur du patrimoine et de promotion culturelle. su Lunedì 18 febbraio 2019

Il viaggio di Enea, il Mediterraneo antico e la ricerca archeologica

Il numero di Gennaio di Forma Urbis (XXIII, 1, 2018) è dedicato al viaggio di Enea.

Dalla pagina FB di Forma Urbis:

Nel nuovo numero di Forma Urbis seguiamo Enea nella sua fuga da Troia in fiamme, un viaggio da Oriente a Occidente che si prefigura come un antecedente poetico delle migrazioni. Procedendo per terra, per mare e addirittura agli Inferi, l’eroe troiano fonda una nuova casa per il suo popolo, stirpe da cui avrà origine la fortuna di Roma e del suo Impero. Ettore Janulardo, curatore del numero, ha selezionato una serie di articoli che mettono in luce le complesse implicazioni storiche, archeologiche, topografiche, artistiche e immaginifiche racchiuse nel mito del viaggio di Enea.

Attilio Mastino nel suo contributo dal titolo Il viaggio di Enea fino a Cartagine. La ricerca archeologica nel Mediterraneo nel seguire il viaggio dell’eroe per tutto il Mediterraneo ne evidenzia, tra gli altri, il tratto umano.

Partendo da questa vicenda, sviluppa una serie di riflessioni sul concetto stesso di “fare storia” in relazione al centro e alle periferie del mondo antico. In questo contesto presenta al grande pubblico dei lettori la SAIC e l’attività delle Università sarde in Nord Africa.

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